
Padule di Fucecchio, storia dell’area protetta
Nel 2021, in occasione dei 50 anni della Convenzione di Ramsar e dei 25 anni della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio, avevo pubblicato sulla pagina del Centro RDP una storia a puntate dell’area protetta.
Da allora sono passati quattro anni e nel frattempo il Centro, che aveva tracciato capitoli importanti di questa storia, ha di fatto cessato le attività al pubblico; è arrivato sicuramente il momento di fare un aggiornamento.
La ricchezza naturale costituita dalle zone umide, che offrivano risorse primarie per la caccia e la pesca, e terreni fertili nelle aree periodicamente inondate, ha rappresentato una irresistibile fonte di attrazione per le comunità umane fino dalle epoche più antiche.
Ma la storia delle paludi, fino a pochi decenni fa, è principalmente la storia della loro negazione, del modo in cui l’uomo è intervenuto nel modificare questi ambienti per renderli sempre più adatti al suo insediamento e per sfruttarne le risorse, spesso facendoli scomparire.
Nella Toscana settentrionale vari interventi di ingegneria idraulica furono realizzati già in epoca etrusca e romana, e poi portati avanti dai Medici; furono però soprattutto i Lorena a intraprendere con convinzione opere su grande scala che avevano come fine la bonifica integrale.
Al momento dell’Unità la bonifica aveva già ridotto in Italia gli originari 3 milioni di ettari di zone umide a poco più di 1 milione; una delle vittime più illustri di questa politica era stato proprio il Padule di Bientina, gemello di quello di Fucecchio, quasi completamente prosciugato nel 1859.
Puoi trovare qui tutti i capitoli della storia.
