
Pietro Giuntoli, di Ponte Buggianese, amava gli aquiloni fin da bambino: li costruiva secondo tradizione, con carta leggera e canne finissime, e li faceva volare in quella mutevole zona di confine fra i campi e il Padule.
Crescendo, aveva mantenuto questa passione, malvisto da amici e parenti in una terra dove i giovani maschi del paese tendevano piuttosto a sparare a tutto ciò che volava, figuriamoci trastullarsi con questi giochi infantili.
Nonostante ciò, Pietro non aveva rinunciato a coltivare il sogno di sempre, e anche da anziano, dopo una vita di duro lavoro, costruiva aquiloni sempre più grandi e colorati con canne di bambù e carta stagnola dell’uovo di Pasqua.
Una mattina la svolta inaspettata: mentre uno dei suoi esemplari più belli vola altissimo nel cielo, un elicottero militare di passaggio rallenta, comincia a girare in cerchio e alla fine atterra nel campo proprio di fronte alla casa.
Questa volta l’ho fatta veramente grossa – pensa Pietro – e invece il pilota gli chiede di vedere anche gli altri aquiloni tenuti seminascosti nella stalla, rimanendo colpito dalla bellezza d’antan di quelle creazioni artigianali.
Tramite lui Pietro entra in contatto con Vanni Pecchioli di PM Model, che a Sesto F.no ancora produce aquiloni, e con molti altri che condividono l’antica passione per i “cervi o draghi volanti”, scoprendo un mondo sconosciuto.
Negli ultimi anni, accompagnato anche dalla figlia, frequenta le feste locali in cui volano gli aquiloni (compresa la“Festa delle Erbe Palustri”), ma anche i grandi raduni internazionali a Cervia e in Francia, con migliaia di partecipanti.
Ovunque può, Pietro porta con sé i suoi splendidi aquiloni, a forma di uccello o di farfalla, dimostrando a chi lo aveva denigrato che l’amore per il cielo e per la fantasia non sono una colpa, ma un sintomo di grande creatività.
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